MEDIEVAL NEWS
 
08/01/2019 - ALARI LONGODARDI IN BASALTO
Cane e Cavallo Longobardi
Coppia di alari “longobardi” in basalto nero. Le due sculture raffiguranti un cane ed un cavallo esprimono una schematicità ed ingenuità riscontrabile nell’arte longobarda. La mancanza di raffronti con altri oggetti similari renderebbe opinabile l’attribuzione, ma il forte carattere barbarico e la notevole forza immediata ed espressiva fanno collocare le due sculture tra l’VIII e il X secolo, ascrivibili alla migliore cultura longobarda.
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14/08/2018 - IL MAESTRO DEL SACRO SANGUE- TRAFUGATO AL GOTHA
Master of the Holy Bood
Il Maestro del Sacro Sangue.'Master of the Holy Blood''Rubato al Gotha di Parma. Olio su tavola raffigurante 'L'Ascensione di Cristo tra i Soldati'(cm.100x70). Opera olandese trafugata a Parma durante la Mostra internazionale 'Gotha' il 13 novembre 2016, davanti il parcheggio dell'ingresso principale della Mostra.Il dipinto custodito dentro un furgone, in attesa di avere il permesso per entrare nel Padiglione fieristico veniva trafugato tramite forzatura con scasso del portello semi blindato.Si prega cortesemente di segnalarne l'eventuale ubicazione al Nucleo Tutela Patrimonio Artistico dei Carabinieri.
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08/02/2018 - FEDERICO II - PIASTRA ARGENTO E SMALTO-
Fredericus Rex
Il progetto Museo 'Federico II e il Medioevo'per la città di Palermo,esporrà la collezione dei Templari in Sicilia quanto prima in prestigiosi locali istituzionali del capoluogo, dopo aver collaborato con la DnArt di Milano a piazza Duomo nella mostra 'I Templari, storia e leggenda dei Cavalieri del Tempio', curata dall'esimio Prof. Damiani de Fonseca. Federico II - Piastra in argento e smalti con la raffigurazione di Federico Re e Imperatore assiso sul trono. Metà sec.XIII
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07/01/2018 - CROCIFISSO LONGOBARDO
Crocifisso Longobardo
Un superbo Cristo in Croce, di ambito Longobardo scolpito in rame e sbalzato e dorato al mercurio sarà esposto presso lo stand 'Giulio Torta', in omaggio alla città lombarda durante la Mostra 'Bergamoantiquaria', dal 13 al 21 gennaio 2018. La Mostra mercato si svolgerà presso i locali dell'ente Fiera. Inedita quanto eccezionale, questa scultura Longodarda, raffigurante Cristo in Croce si ritiene databile da VII al X secolo, mostrando un superbo stato di conservazione.
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01/08/2017 - RUGGERO II - SCULTURA UN PIETRA
Roger II - Stone's Sculpture -
Il Museo medioevale Federico II e il Medioevo, si arricchisce di una eccezionale acquisizione. Scoperta presso una collezione privata siciliana, la testa in pietra scolpita del re Normanno 'Ruggero II'. La plausibilità della impegnativa attribuzione scaturisce da fattori coerenti con epoca ed iconografia. Le testa in pietra esprime forte carattere 'normanno' e riporta il re coronato, con una particolare tipologia di corona sottile e perlinata, la stessa tipologia di corona che riscontriamo nella moneta del 'trifollaro' in bronzo, con la effige di Ruggero II re di Sicilia. Il re Ruggero è raffigurato nello splendido mosaico della chiesa'La Martorana', detta anche chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio, mentre viene incoronato a ventinove anni re di Sicilia da Cristo. La nostra scultura raffigura un Ruggero II 'maturo'probabilmente ritratto verso il 1140-50.Opera Inedita
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07/04/2016 - NICOLA DI BARTOLOMEO DA FOGGIA- ASSISI ANTIQUARIATO
Gotha 2016- Parma 12-20 novembre
Al Gotha, alto antiquariato Internazionale presso Parma, dal 12 al 20 novembre 2016, esporremo tra i migliori pezzi della nostra Collezione, la eccezionale scultura medievale lignea, già studiata negli anni 90' dal compianto Prof. Gian Lorenzo Mellini di Torino, raffigurante Federico II, Opera di Nicola di Bartolomeo da Foggia. Una scultura 'esoterica' volutamente creata dallo scultore pugliese da un unico tronco, quale simbolo di forza, stabilità, potere e generosità, probabilmente verso il 1240. L’iconografia rappresenta l’Imperatore ‘Stupor Mundi’ con una corona composta da germogli che scaturiscono da una base a fascia incastona con delicate perlinature. Lunghissimi orecchini pendenti ornano il volto di Federico, alla maniera degli Imperatori Bizantini. La stessa tipologia di corona e di orecchini sarà riproposta sempre da Nicola Bartolomeo da Foggia verso il 1270 nella famosissima scultura marmorea esposta al Duomo di Ravello, raffigurante Sigilgaida Rufolo. Questo busto a grandezza naturale, che entrerà a pieno titolo nel progetto del Museo Medievale Federico II e il Medioevo di Palermo rappresenta probabilmente, ad oggi,la più antica scultura lignea profana conosciuta. La appetitosa scoperta è stata entusiasticamente confermata dallo studioso giapponese di scultura medievale Prof. Naoki Dan. In Mostra ad Assisi Antiquariato 2016
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31/03/2016 - SCULTURA SICULO-ARABA FATIMIDE
Scultura Siculo Araba di cultura Fatimide in terracotta smaltata color celeste raffigurante ‘Donna Araba’ . Questa scultura medievale databile tra il X e XI secolo mostra la grande apertura culturale che gli artisti Fatimidi di provenienza egizia, assimilati all’Islam, riuscirono ad esprimere nel fertile territorio di Sicilia. Una caratterizzazione medievale sconosciuta che risulta troppo moderna se non viene collegata alle magiche, antichissime radici egizie : un oggetto scolpito in una dimensione nella quale l’Arte con la A maiuscola vince su tutto, scavalcando sia il tempo che ogni veto religioso.
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11/03/2015 - I TEMPLARI AL MUSEO CIVICO DI VITERBO
I Templari in Mostra a Viterbo
Palazzo dei Papi-Viterbo. In occasione della Mostra di Antiquariato presso la città di Viterbo, la Associazione Culturale Terza Esperide di Palermo, esporrà presso il Museo Civico, la sezione completa di reperti medievali collegati al misterioso mondo dei Cavalieri Templari, parte del progetto Museo Federico II e il Medioevo. Le ricerche da anni intraprese in Sicilia tramite la 'Terza Esperide' ed il suo fondatore, Giulio Torta, per acquisire ed interpretare oggetti che furono in possesso dei Cavalieri Templari (1118- 1314), hanno svelato nuove tracce di comportamenti legati alla fede ed alla religione, ma profondamente intrisi di superstizioni e pervasi da barlumi misteriosi quanto impenetrabili di riti e credenze esoteriche. Grazie a raffronti paleografici e riscontri attuati sulle iscrizioni, sulla tecnica di lavorazione del metallo e sugli smalti, questi reperti, risultano databili con certezza al periodo medievale, pur avendo una composizione molto diversa dagli smalti e dai manufatti smaltati principalmente francesi, sino ad oggi studiati. Non vi sono bastevoli documenti certi riguardanti l'Ordine, perché non esistono che pochissimi scritti dei cavalieri su loro stessi e le notizie che abbiamo, spesso sono da valutare con molta discrezionalità. Banner Siti Skerma dentro articolo Per questo i pochi oggetti ascrivibili con certezza all'Ordine dei Cavalieri Templari risultano dei 'documenti' molto importanti. Una prerogativa che sappiamo acquisita dall'Ordine dei Cavalieri Templari, quasi all'inizio della loro costituzione, riguarda la concessione avuta dal Papa Innocenzo II (pontificato 1130 - 1143) di operare in totale indipendenza dal potere temporale, con l'esonero del pagamento delle tasse e con la prerogativa di poter riscuotere le 'Decime' dai nobili, mercanti, pellegrini e proprietari terrieri. Questa concessione fu il primo importante passo economico per la costituzione di un enorme capitale da reinvestire in seguito tramite lucrosi prestiti. Le 'Decime' di fatto dovevano rappresentare un dono, una offerta, un tributo per i poveri e per la chiesa, ed essendo questo tributo di antichissima istituzione, risalente ai tempi della civiltà ebraica, corrispondeva alla decima parte dei frutti della terra, degli animali e delle merci che il 'colono' era tenuto a corrispondere al proprietario del fondo o alla Chiesa . Gli scrigni per le 'Decime', impregnati di eleganza e mistero, manufatti in prezioso argento, dovevano probabilmente assoggettare il donatore che avrebbe offerto solo monete in metallo prezioso (l'argento nel medioevo valeva molto più di oggi). Questi rari manufatti in Mostra racchiudono, tramite iscrizioni sacre, concetti e motti cavallereschi per avvalorare la sacrale richiesta di finanziamento all'Ordine monastico. In Mostra un insieme di rarità e curiosità con oggetti inediti dal carattere islamico arricchiti spesso da decori bizantini, con essenzialità normanna e forza sveva. Un 'unicum' poco conosciuto ed irripetibile, frutto di un insieme di culture presenti nel medioevo in terra di Sicilia . Gli smalti utilizzati, di origine francese detta champlevé, venivano ottenuti scavando il nobile metallo, quindi colmando la parte solcata con pasta silicea colorata che si vetrificava in cottura a piccolo fuoco. Smalti colorati al posto di pietre preziose, che sarebbero state 'irriverenti' ed eccessive per rappresentare un Ordine Monacale che nacque come 'Sacro Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo. Gli oggetti 'scoperti' in quasi trenta anni di pazienti ricerche presso private collezioni isolane, e sul mercato antiquario sia nazionale che estero, sono la tangibile presenza del ricordo di sfortunati uomini di chiesa e guerrieri che ebbero una colpa sopra tutte, quella di essere legati ad un profondo credo ideale ed indistruttibile, anche al di là della vita. Il Presidente Associazione Culturale Terza Esperide Giulio Torta
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27/01/2014 - LUCERNA VIKINGA-VIKING LAMP
Viking lamp
Lucerna in bronzo Vikinga, raffigurante Odino, avvolto con la coperta di piume che può portare da un mondo ad un’altro. Nella chiglia nuovamente incisa la figura di Odino, con un ricco piumaggio. Sotto, iscrizioni indecifrate in lingua ‘Runica’. Tracce di doratura. Sec. IX-XI
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28/11/2013 - ANTIQUARIATO A CATANIA DAL 6 DICEMBRE 2013 AL 6 GENNAIO 2014
Arabs in Sicily - al Palazzo della Borsa
In occasione della Mostra di Antiquariato che si svolgerà nei locali di Palazzo della Borsa a Catania, Sala delle Grida, dal 6 Dicembre al 6 Gennaio 2014, saranno in esposizione settanta interessantissimi gioielli medievali siculo-arabi provenienti dalla Collezione del Museo Federico II e il Medioevo di Palermo ed un ‘assaggio’di ceramiche, bronzi ed oggetti islamici di matrice siciliana. Questi rari oggetti, in eccezionale stato di conservazione, databili entro l’arco temporale compreso dal IX secolo sino agli ultimi stanziamenti islamici nell’isola, comunque non al di là del XV secolo, acquisiti in oltre due decenni di attente ricerche e provenienti per lo più da antiche collezioni siciliane, mostrano quella miscela di legami culturali unica e irripetibile, frutto di tolleranza e scambio tra le varie culture presenti in Sicilia, durante il Medioevo. Questi gioielli spesso realizzati in bronzo, rame dorato o argentato, in argento raramente in oro, sono di cultura ‘mozaraba’ che si esprime anche in Sicilia ( Il vocabolo ‘mozarabo’ deriva dallo spagnolo e significa appunto ‘arabizzato’) ripercorrendo l’esperienza medievale spagnola , e favorisce la creazione di oggetti dal carattere arabo, ma con germinazioni normanne, bizantine e siciliane autoctone. La condizione dei cristiani in terra di Sicilia, sottomessi dagli arabi, non differì in genere da quella degli altri cristiani sottomessi in Spagna, infatti i ‘sudditi’ godevano del libero esercizio del loro culto, pur appartenendo politicamente ad una categoria inferiore, esclusa da ogni partecipazione al governo dell’isola. In seguito, con la ‘conquista’ della Sicilia da parte dei normanni, gli arabi assunsero come lingua anche quella dei nuovi dominatori in una sorta di ‘bilinguismo’, e sorse una caratteristica letteratura arabo-cristiana con l'uso dell'arabo perfino nella liturgia ("rito mozarabico"). Questo influsso arabo sulla vita e sui costumi dei cristiani di Sicilia perdurò per lungo tempo, e sotto i Normanni l'arabo prevalse, sia negli atti pubblici che nell'uso privato, sul latino e sul volgare. L'arte araba continuò per secoli ad essere diffusa nell’isola sia nelle costruzioni che in agricoltura come nel cibo nella musica e nella poesia. Questa collezione di reperti medievali siciliani mostra tangibilmente l’estro di una incredibile modernità, sbocciata nell’isola durante il periodo medievale. Curatore Giulio Torta.(Ingresso gratuito)
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14/09/2013 - I TEMPLARI, DALLA SICILIA IN LOMBARDIA...
Templars Mistery to Vaprio d'Adda
'I Templari, dalla Sicilia in Lombardia'. Questa è la impegnativa Collaterale che si terrà a Vaprio D'Adda, in occasione della Mostra Mercato di antiquariato presso Villa Castelbarco, dal 19 al 27 ottobre 2013. Oltre sessanta rarissimi e preziosi oggetti appartenuti ai Cavalieri Templari, faranno rivivere il mistero e la magia che ancor oggi aleggia sull'Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo, tragicamente sterminati nel 1314 per volere di Filippo il Bello, re di Francia. La Collezione siciliana, facente parte del più ampio progetto museale 'Federico II e il Medioevo' di Palermo, sarà eccezionalmente esposta a Vaprio d'Adda. Curatore Giulio Torta. -Acquasantiera in argento e smalti a forma di coppetta concava, con un piccolo manico a foggia di Croce (cm.12x10 circa). Al centro una superba Croce Templare in smalto rosso, ed altra piccola croce delimita l'inscrizione con un motto templare in latino volgare: NON SITIES NON ESURIES SINE CRIMINE SUMENS - SENZA SETE; SENZA FAME SENZA CRIMINI (NOI) SIAMO. Sicilia sec.XIII - inizi XIV
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01/07/2013 - CORTONA OSPITA I GIOIELLI SICULO-ARABI
Arabs Jewels in Sicily : Un tesoro ... in 'argento e bronzo'
Cortona Antiquaria 2013, esporrà due collaterali di grande contrasto, ma ambedue stimolanti per curiosità e fantasia...I Gioielli Arabo-Normanni, o meglio siculo arabi della Collezione Museo Medievale Federico II di Palermo, e la scultura 'Fusione di Forma Umana' in bronzo, raffigurante il ritratto 'segreto' di Umberto Boccioni. A Cortona dal 24 Agosto all'8 Settembre.
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28/03/2013 - LEONE ARABO-NORMANNO DA SCACCHIERA
Leone Normanno
Un leoncino coronato, 'Re' da gioco degli scacchi, in marmo verde. dalla strana foggia di 'mostriciattolo' estraterrestre. l'affascinante oggetto alto appena 6 cm. circa, ricorda un improbabile incrocio tra uno scarabeo ed un leoncino. Un foro in alto sulla testa, termina allargandosi nella bocca. Sempre in testa notiamo una coroncina di piccoli cerchi, che si ripropongono alla base dell'oggetto. Il carattere denota un legame tra la antica cultura vikinga nord europea ed un forte influsso islamico. Proponiamo una datazione del XI-XII secolo.
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03/07/2012 - LE SCATOLE PARLANTI DEI TEMPLARI
Cortona Antiquaria dal 25 ag. al 9 sett.
Le ‘Scatole Parlanti’ dei Cavalieri Templari: Scrigni per le ‘Decime’. Dopo circa otto secoli dalla loro realizzazione, le ‘Scatole Parlanti’ continuano a sussurrare motti cavallereschi e preghiere, tramite le iscrizioni in esse incise con smalti colorati. Viene svelata proprio a Cortona, la funzione di questi raffinatissimi scrigni in argento dalle strutture impregnate di messaggi e formule criptate, scrigni che nacquero per contenere le 'Decime', ovvero le offerte in monete d’oro e d’argento , che nobili e proprietari terrieri dovevano destinare ai Cavalieri Templari, come supporto economico per la missione in Terra Santa . I cinque rarissimi scrigni per le ‘Decime’ in mostra, compongono appunto insieme il numero di ‘cinquanta’, come il cinquantenario che ‘Cortona Antiquaria’ compie quest’anno. Questi inediti reperti, parte integrante del Museo Federico II e il Medioevo di Palermo, porteranno a Cortona Antiquaria una nota scaramantica di ricca, positiva energia medievale, quale auspicio per una ripresa sia economica che morale della nostra Italia, in seria difficoltà. (In foto) Scrigno Templare a ‘barca’ per le ‘Decime’, in argento e smalti (cm.5,5x7,8x4,4), sormontato da una Croce a rilievo in smalto rosso, con medaglia circolare applicata al centro, raffigurante un’altra Croce in smalto nero a fondo bianco. Cerniera superiore ed una coppia di appiccagnoli forati sempre a cerniera, per chiudere lo scrigno con un perno p€r catenaccio o sigillo plumbeo. A contornare le Croci, tre fiori bugnati al centro, con otto petali a rilievo, in smalto giallo. Lateralmente allo scrigno, sempre a rilievo, spiccano coppie di fiori in smalto giallo ad otto petali, contornati da campanule in smalto blu.Nella parte anteriore bombata dello scrigno si legge una scritta incisa in smalto blu:’MEMANTO MEI DOMINE’ ‘RICORDATI DI ME MIO SIGNORE’. Fine Sec. XIII– inizi XIV. Giulio Torta www.federicoiiedintornimuseum.it
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26/03/2012 - CARAVAGGIO,GUIDORICCIO,NICOLA PISANO...L'ARTE DELLA 'DISTRAZIONE' DELL'ARTE'
l'Arte della distrazione dell'Arte..
Ma cosa potrebbe interessare alla 'intellighenzia' italiana se qualcuno che non sia della 'Parrocchia' dovesse 'casualmente' scoprire uno o più Capolavori sconosciuti? Perché dover mettere scompiglio tra le placide acque degli storici, che disquisiscono serenamente o quasi tra libri e teorie, ipotesi ed interpretazioni a volte pindariche... Ricordo quando ebbi l'opportunità di recarmi, dopo un sofferto appuntamento, dal compianto Professor Luciano Bellosi, nel suo studio di Firenze, per fargli vedere di persona i famosi e scomodi Bozzetti del 'Guidoriccio da Fogliano'. Il Professore, tra una caterva di libri ammucchiati in ogni dove, mi ricevette con un certo fastidio, che si tramutò ben presto in una disamina forzatamente veloce dei disegni mostratigli. Non potrò mai dimenticare come, dicendomi che i bozzetti erano del 700', cercava di penetrare dentro quei fogli, sia con gli occhi che con il cuore. Certe cose non si possono nascondere, specie ad un antiquario 'vissuto' come me. DOVEVA dirmi che si trattava di lavori della fine del 700' mentre gli tremavano le mani e cercava di modulare la voce che balbettava leggermente. Eppure queste bandiere sono interessanti, come le siepi...e lo steccato...Io gli manifestai che erano stati eseguiti accertamenti chimici sia sui pigmenti,di origine naturale, che nel supporto pergamenaceo quattrocentesco come sulle iscrizioni, tramite il noto paleografo Prof.Fabio Troncarelli, e che quei bozzetti risultavano scientificamente originali del 400'... Il professor Bellosi, non guardandomi più negli occhi era infastidito dalla mia presenza quanto magnetizzato dai disegni... percepivo una grande voglia di soffermarsi su quelle piccole pergamene, per studiarle con serenità e passione ... ma ciò non era possibile. Lo sapevamo entrambi. E così mi congedai da Lui, con la conferma che il mondo accademico senese non avrebbe mai dato la opportunità di venire a capo di quel mistero, che adesso mistero non sarebbe: Il famoso affresco raffigurante il Guidoriccio da Fogliano fu eseguito da Francesco Domenico D'Andrea nel settembre del 1479 (come dalla data apposta),insieme o subito dopo l'affresco della 'Battaglia di Poggio Imperiale', con la collaborazione di Giovanni di Cristoforo Ghini, sempre nel salone Mappamondo. Sigle e date nei bozzetti da me rinvenuti confermano una scoperta che non poteva e non può essere divulgata ... troppi storici e studiosi ne verrebbero travolti: Guidoccio da Fogliano non è mai stata opera di Simone Martini. Lo asseriscono inascoltati da anni studiosi come il compianto amico americano Gordon Moran e Michael Mallory, insieme a tanti altri studiosi internazionali dal libero pensiero come Zeri, Sgarbi ed altri. Ma chi potrà mai aver voce in capitolo, se non quel solito gruppo di studiosi legati a doppio filo alla gerarchia politico-accademica italiana? La stessa forzata'distrazione' riguarda la scoperta a dir poco 'dirompente' di un dipinto 'certo' di Caravaggio con doppio autoritratto, nel quale, in modo esplicito, Caravaggio richiede probabilmente al Pontefice, con una gestualità mai espressa nell'arte del primo 600', la grazia della vita. In tanti conoscono questa storia...che adesso rasenta il tragi-comico. Non si può impunemente pestare i piedi ai Luminari della Cultura...e scavalcarli, anche se in questo caso una tale scoperta sarebbe un trionfo per l'Arte e la Cultura italiana tutta. Eppure studiosi come Fabio Scaletti, Heinrich Pfeiffer e Vittorio Sgarbi ne hanno avvalorato la paternità, bisbigliando senza clamore. E possiamo continuare ancora, con il rinvenimento, in un mercato nazionale, della scultura medievale in marmo bianco,raffigurante Federico II. Quando la scultura fu esposta in Mostra a Bari, circa quattro anni addietro,tramite la Ass.Culturale Terza Esperide di Palermo, io, quale fautore della eretica esposizione, fui letteralmente 'aggredito' verbalmente da uno studioso del territorio, professore di Lettere e Filosofia, pluri- blasonato e cattedratico, che inveì nei miei confronti dicendo che quella scultura era dell'ottocento. Costui è ancora il professore che 'amministra' la storia dell'arte medievale in quel comprensorio ... Questa scultura, è stata adesso accreditata in Giappone con una meticolosa ed attenta pubblicazione, da uno dei più stimati studiosi e conoscitori veri di scultura medievale internazionale: Il Professor Naoki Dan, giapponese, laureato a Firenze...Lo studioso orientale ritiene questa scultura di Federico II un importantissimo punto di passaggio tra il Medioevo ed il Rinascimento, attribuendone l'Opera alla genialità di Nicola Pisano. Ma in mano di chi risiede (ristagna) la cultura dell'Arte in Italia? Studiosi preparati e non politicizzati ne avremmo tanti, perché non hanno alcuna voce? Forse avremmo bisogno di un 'Commissariamento' anche per la Cultura. Non il Prof.Monti e la Prof.ssa Fornero, già così impegnati a far 'bene'in economia, ma uno o più Professori seri, preparati e pacati, possibilmente non facenti parte della Setta Gerarchica del ''non vedo non sento e non parlo''se il partito non vuole. Giulio Torta
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09/02/2012 - NICOLA PISANO 'GIAPPONESE'
Museo Federico II e il Medioevo
La scoperta di una testa marmorea raffigurante Federico II coronato è stata divulgata in Giappone dallo studioso di scultura medievale, professor Naoki Dan, tramite una accurata pubblicazione (in lingua giapponese). La eccezionale scultura viene prospettata al mondo accademico orientale quale Capolavoro ritrovato del grande Nicola Pisano. Studi e considerazioni, con riscontri e raffronti saranno, speriamo presto, presentati anche al mondo accademico italiano ed internazionale.
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16/01/2012 - I TEMPLARI A PORDENONE
Il mistero degli amuleti Templari
Amuleti e Talismani Medievali: 'L'Esoterismo Templare'. La Sicilia è stato uno dei più trafficati punti di riferimento per i Cavalieri dell’Ordine Templare, ed il notevole numero di castelli ivi eretti (quelli ancora in essere) ne sono la conferma . Una tra le rotte navali più percorse e dirette, agibile e praticata dalla Sicilia verso la Palestina, ed al rientro per l’ Europa. Questa Collezione fa parte del ‘Progetto Museo Federico II e il Medioevo’ di Palermo, che è già in essere da dieci anni circa come Museo virtuale nel sito www.federicoiiedintornimuseum.it La Associazione Culturale Terza Esperide, In trent’anni di lente ma costanti acquisizioni ha dato la possibilità di attuare un esame diretto su oggetti che, pur essendo di assoluta matrice medievale, ripropongono strani stilemi e segrete formule esoteriche non altrimenti riscontrati in altri oggetti della stessa epoca. Questi reperti, che nei secoli non hanno avuto alcun interesse collezionistico, né di ricerca o profondo studio, a causa della loro spartana ed a volte ingenua esecuzione, e per la povertà dei materiali con cui furono spesso manufatti, adesso, grazie a dei riscontri possibili solamente tramite il confronto degli stessi, si possono rilevare dei ‘messaggi’ sconosciuti, che non sono mai stati riscontrati in alcun testo scritto, forse per volere dei Templari stessi.Oltre settanta reperti dal grande fascino, tra i quali un elmo templare,placche iscritte, medaglioni con la raffigurazione del 'Baphomet', i primi titoli di cambio, elemosinieri con iscrizioni e motti templari ed altri affascinanti oggetti...a Pordenone Antiquaria dal 14 al 22 gennaio.
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21/11/2011 - CARAVAGGIO ED I CARAVAGGESCHI A MONTALE
Così è se vi pare: Caravaggio
Presso il castello di Smilea, nella luce di Caravaggio, dal 30 novembre all'11 dicembre, una interessante mostra di pittura del seicento, in ambito alla cerchia dell'immenso Caravaggio e della sua scuola. A Montale, in provincia di Pistoia, un evento di Arte ideato dal Professor Pierluigi Carofano. Il dipinto che da otto anni prospettiamo come un incompreso Capolavoro del grande Michelangelo Merisi, adesso in mostra, finalmente pulito, crediamo che sotto i riflettori e grazie ad una corretta contestualità, finalmente potrà essere valutato con serenità e con la giusta luce. Di certo non si potrà dire che sitratta di Carlo Sellitto, di cui esiste una copia molto più debole, e dalle ombre assolutamente uniche e riconducibili in quel caso giustamente al Sellitto. Non si tratta di Battistello Caracciolo, il cui messaggio coloristico diverge, come la differente intensità del soggetto. Non Orazio Gentileschi, che esprime una diversa luminosità e stesura. Non certo il Manfredi o qualche epigono di scuola francese...e non tedesco o veneto, genovese o siciliano ... Allora chi può essere il Maestro che, da vicino, fa vibrare l'aria ed il cuore. Chi è l'autore di questo misterioso dipinto ??? Ancora un altro studioso di indubbia preparazione e dalla mente schietta ci ha esternato a cuore aperto, senza voler essere in alcun modo menzionato: 'E' scandaloso che ancora questo dipinto non venga attenzionato ed accreditato. Non esiste la passione e l'amore per la conoscenza e per l'arte. Si tratta solo di politica, potere ed invidia. In vero tutti gli studiosi di spessore hanno i loro 'parrocchiani' e cercano di spingere ed accreditare i loro 'protetti'. Ha visto quanti 'pseudo' caravaggio sono spuntati come i funghi? A volte senza un minimo presupposto di coerenza con Caravaggio. Questo dipinto da fastidio e fa scandalo. E' saltato fuori, scoperto da un mercante, e questa è già una enorme preclusione, ed inoltre è stato studiato e divulgato senza avere alcuna 'protezione' che si rispetti. Ciò e' inaccettabile per un'Opera di questo spessore. Tra l'altro, tutti o quasi gli studiosi della pittura 'caravaggesca' conoscevano le foto di questo dipinto presso la Fondazione Longhi...Le prove tecnico scientifiche a supporto non fanno piacere, perchè lo storico-studioso vuole, ancora, esser lasciato libero nella 'discrezionalità', anche malgrado il DNA e le impronte digitali (tali vanno considerati gli esami di Spettrografia Raman, radiografie e riflettografia oltre che i test di paragone sui pigmenti) A Montale, forse, (ma non ci credo) il mistero sarà svelato....forse... Basta passare davanti al dipinto con una bella fetta di prosciutto davanti agli occhi...
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20/08/2011 - UN LUCCHETTO 'ARABO-NORMANNO' IN BRONZO
A Cortona dal 27 agosto all'11 settembre.
Lucchetto Arabo-Normanno (Sicilia XII-XIII sec.). Pezzo forte della collezione di sessanta antichi lucchetti, in mostra presso Cortona Antiquaria, dal 27 agosto all'11 settembre, un piccolissimo lucchetto siciliano Arabo-Normanno in bronzo (cm.5 x 3), raffigurante un leone dalla crespa criniera, la cui coda funge da chiusura, bloccandosi in un piccolo foro dietro la testa. Lateralmente, nel petto del leone, una fessura consente l’ingresso della chiavetta nel lucchetto, che tramite calibrata pressione, sblocca le molle a scivolo, consentendo l’apertura. L’oggetto, miracolosamente ancora funzionante, era in origine smaltato color verde marcio. Lo stesso colore che si usava insieme all’ oro zecchino, per decorare i famosi scrigni in avorio arabo- normanni, di cui quest’oggetto doveva probabilmente essere il minuscolo ‘guardiano’.
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25/07/2011 - LUCCHETTI A CORTONA: ANTICHE SCULTURE IN FERRO
Apriti Sesamo: 'Quando la 'chiusura' diventa mistero
Assolutamente straordinaria ed unica nel suo genere la mostra Apriti Sesamo : ‘Quando la chiusura diventa mistero” proposta dal 27 agosto all’11 settembre nell’ambito della 49a edizione di Cortonantiquaria. La Collezione, che si compone di circa sessanta pezzi, comprende alcune delle principali tipologie di lucchetti antichi che vanno dal XI secolo sino agli inizi del 900', fra i quali spiccano una decina di esemplari estremamente rari, introvabili e di inusitata bellezza, come un piccolissimo catenaccio medievale da scrigno (Germania XII-XIII sec.) raffigurante un leone, la cui chiave frastagliata, inserita nelle fauci, ne dispone l’apertura; oppure, il superbo lucchetto la cui forma, insolita, ricorda un estinto ‘trilobita’ dalla dura corazza chitinosa. L’oggetto consiste in una spessa lamina di ferro, battuta a martello e rinforzata da cordoli applicati a caldo ed inchiodati ferro su ferro, e verosimilmente rappresenta al suo interno, uno tra i più efficienti e tecnicamente complessi meccanismi medievali. Della medesima tipologia si ritrova esempio nelle collezioni di alcuni musei del nord Europa ove detti oggetti sono classificati come manufatti di cultura vichinga e datati fra il XI e il XIII secolo. Fra gli oggetti maggiormente interessanti si presenta, inoltre, un antico lucchetto indiano degli inizi del XIX secolo, dal curioso e complesso meccanismo che consente l’apertura solo dopo una sequenza di cinque chiusure progressive, con quattro chiavi ed una molla segreta a spirale: un rompicapo “quasi inviolabile”. Un similare meccanismo arcano si riscontra anche in alcuni catenacci in ferro, dalla astrusa combinazione con dischi ruotanti in ottone, sia del 700’che dell’800’. Il Catenaccio o Lucchetto, è tornato molto recentemente agli onori della cronaca dopo il caso editoriale di Federico Moccia, che vede i protagonisti dei suoi libri “Ho voglia di te” e “3 metri sopra il cielo” serrare il proprio legame allacciando al terzo lampione del Ponte Milvio catenaccio e lucchetto nella speranza che lo stesso resti inviolabile buttandone la chiave nel Tevere. Chissà se tutti gli adolescenti che hanno letteralmente “infestato” il lampione di lucchetti a Ponte Milvio, così come a Ponte Vecchio a Firenze (buttando la chiave nell’ Arno), sanno che l’oggetto, antico quasi quanto la storia della civiltà dell’uomo, riunisce in sé maschio e femmina. Il lucchetto, o catenaccio, appunto, è un oggetto composto, completo e funzionale solo nella giusta sinergia tra maschio e femmina: chiave e lucchetto. Un meccanismo con una chiave che aderisce ad un esclusivo corpo composto da una solida struttura articolata internamente tramite una ‘mappa’ frastagliata apribile grazie ad una combinazione relativa. Il catenaccio in acciaio che oggi usiamo per assicurare la moto o per chiudere un cancello, semplice, ma estremamente solido, anticamente era in alcuni casi una vera e propria opera d’arte. La creatività e l’abilità artigiana si è sbizzarrita, sin dall’antichità, nell’eseguire le più strane e variegate forme per aggiungere, ad un semplice e solido effetto meccanico, curiosità, sorpresa e magia estetica. Se pur non è mai esistito un lucchetto davvero inviolabile, si è sempre riposta anche troppa fiducia nella difesa dei propri beni, tramite una chiusura metallica. Il metallo, si sa, come si costruisce si può anche scardinare, bastano gli attrezzi giusti. Ecco perché i rari lucchetti antichi sopravissuti rappresentano una documentazione estremamente interessante nel settore delle arti minori, specie se completi di chiave originale. I più antichi e complessi catenacci hanno un meccanismo arcaico, ma molto funzionale. Dal medioevo al XVIII secolo si utilizzarono dal nord Europa fino ad Oriente meccanismi con lamelle divaricate all’interno dell’oggetto, che ne bloccavano irrimediabilmente l’apertura. Solamente tramite una strana chiave traforata, costruita ad hoc ed a millimetro, si riesce ad entrare nella toppa, quasi sempre occultata da scomparti con molle segrete, e scivolando se ne consente l’apertura. I lucchetti più antichi furono eseguiti sbalzando il metallo, allora il più duro e resistente: il ferro, ed hanno delle chiavi dalle forme che sembrano incomprensibili, a volte con l’estremità dalla punta aguzza, utile a far scattare la molla segreta. L’Associazione Culturale Terza Esperide di Palermo, presenta per il settimo anno consecutivo a Cortona Antiquaria, la nuova interessante ed esclusiva esposizione ‘’Apriti Sesamo: ‘Quando la chiusura diventa ‘Mistero’’. Oltre sessanta oggetti preservati dalla ruggine e dall’incuria, le cui ferree impronte mostrano le tracce di una quasi dispersa storia delle arti minori nei secoli. Il Curatore, Giulio Torta.
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18/06/2011 - UN TESSUTO ARABO-NORMANNO
Ricamo medievale siciliano
Tessuto in porpora ricamato con fili dorati, raffigurante una coppia di draghi bifronti con al centro delle palmette speculari. A riquadrare il drappo vi è una sequenza di foglie e pignette con giglio superiore. Il ricamo, basato sulla specularità di tutti gli elementi che lo compongono, mostra una inusuale composizione in bicromia alternata e capovolta. La foglia di quercia ripetuta spasmodicamente appare come simbolo regale di comando e potere , in diverse pergamene in mano ai re normanni. Sicilia sec. XII-inizi XIII. Very rare fabric in purple and gelden threads, represents one pair of bifronte dragons, in the middle there are specular palms. The square of the panel is decorated with a sequence of leaves and pine cones. The embroidery, based on the specularity of all the elements, shows an unusual bicromatic composition, alternate and overturned. The oak leaf spasmodicly repeated, appears as a royal symbol of command and power, alsoe present in the royal parchments of this period. Sicily, XII-XIII cent.
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01/06/2011 - CARAVAGGIO CON AUTORITRATTO E 'FANTASMA'...
Caravaggio è, se vi pare...
Sotto l'Autoritratto di Caravaggio, il mistero della apparizione del 'fantasma' della sua modella ... Dalle radiografie ed esami incrociati sui pigmenti effettuati nel dipinto "Davide e Golia" con astante, che hanno già evidenziato nel personaggio in alto a sinistra il probabile "Autoritratto" di Caravaggio,come risulta altresì dalle pennellate minuziose e delicate poste nell'elaborare il volto di un ritratto o 'autoritratto', si è materializzato misteriosamente un "abbozzo" di grande qualità pittorica, che svela la fisionomia della modella e amante di Caravaggio "Fillide Melandroni". Questa misteriosa ed intrigante scoperta, oltre ad avvalorare la impegnativa tesi attributiva, pone diversi quesiti, tra i quali la possibilità che il 'Dipinto' potrebbe essere stato un dono di Caravaggio ad un uomo di potere, per richiedere in estremis la salvezza dalla condanna a morte che gravava sul suo collo. La modella di Caravaggio, dopo quattrocento anni dalla scomparsa del pittore, appare oggi come un riservato e silenzioso 'fantasma', ancora legato ai misteri del grande Maestro... In foto da sin. l'Autoritratto del Merisi, la Radiografia, ed un particolare di Fillide Melandroni, dal dipinto di Caravaggio 'Santa Caterina di Alessandria' (Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid).
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27/09/2010 - A PALERMO PER VEDERE FEDERICO II
Il Professore Naoki Dan
Il Professor Naoki Dan, studioso internazionale di scultura medievale, Storico dell’arte presso l’Università di Gunma, in Giappone, ritratto sabato 25 settembre a Palazzo dei Normanni, ospite a Palermo della Fondazione Federico II. Lo studioso che aveva visionato la scultura raffigurante un monarca coronato e con tunica sul capo tramite fotografie, si era dimostrato talmente interessato all'opera marmorea, da ritenere necessario venire dal Giappone in Sicilia appositamente per studiare da vicino l’ oggetto. Si tratta, come confermato adesso dal grande studioso, di una raffigurazione di estremo interesse nell’ambito delle sculture medievali italiane inedite del tredicesimo secolo, ovvero una immagine giovanile di Federico II scolpita nel duecento, di cerchia “pisanesca”. La scultura, recentemente acquisita tramite la Associazione Culturale Terza Esperide, per il progetto museale Federico II e il Medioevo, sembra aver tutte le caratteristiche per rappresentare un tassello basilare per questo impegnativo progetto. Le tracce di una cultura tardo medievale ci sono tutte: una discrepanza tra la plastica rotondità quasi rinascimentale di un viso scolpito con tecnica eccelsa, si contrappone ad una strana durezza, quasi rigidità della nuca, sul verso. Un 'errore' che il miglior falsario non saprebbe esprimere, ma che manifesta anche la grande capacità di caratterizzazione del Maestro scultore, vissuto quasi al confine tra l'ultimo medioevo e gli albori del Rinascimento. La tunica cade a 'pergamena'sul capo del monarca, leggermente arrotolata e schiacciata sui lati, incorniciando il viso di monarca quasi imberbe. Un sovrano giovane, con una peluria acerba che ne sottolinea il volto, reincoronandolo anche nel viso, come fosse un delicato tralcio d'alloro, ed acuendone ulteriormente i nobili tratti del volto giovanile, fiero e deciso, dolce ma non ingenuo. Un monarca che esprime una probabile età di venti-venticinque anni, dal profilo simile, molto simile all'effige espressa nelle monete auree 'Augustali' di Federico II. Una testa marmorea che ritrae un sovrano in modo aulico, dal portamento e dal sangue augusteo: Federico II Hohenstaufen, lo Stupor Mundi.Il professore Naoki Dan, ha rilevato in diretta, davanti ad un attento pubblico, alcune singolari particolarità nella scultura. Uno sguardo leggermente strabico, che guarda nel vuoto. Probabilmente una nuova interpretazione che accentua la circolarità ed il movimento dello sguardo, come proiettato in profonda meditazione. Purtroppo la mancanza delle pupille originali, che dovevano probabilmente essere in paste vitree colorate, non possono rendere a pieno l'intensità dello sguardo. Inoltre lo studioso ha sottolineato la presenza di due sottili righe parallele incise orizzontalmente nel bordo della tunica, che pongono un curioso parallelismo con due sculture presenti nel pulpito di Pisa, di Nicola Pisano. Ancora un interessante motivo di ricerca si propone confrontando questa testa marmorea con due sculture coronate di Tino di Camaino. La medesima essenziale corona, per la prima volta semplice, leggermente appiattita, ma con le punte svettanti verso l'alto.Una concezione probabilmente ripresa da una antica interpretazione di Costantino, illuminato dai raggi della Fede.Un raffronto ancora aggiunge interesse alla ricerca: un busto marmoreo conservato presso la Fondazione Santarelli, rinvenuto fortunosamente durante degli scavi nei pressi del porto di Genova nel 1942, riprende il medesimo profilo della scultura adesso siciliana. La provenienza, Collezione estera, farebbe ipotizzare un fortunoso trasferimento dell'oggetto in tempi antichi, estrapolando questa testa da una complessa e più impegnativa opera. Forse un busto in porfido, su cui questa testa faceva una figura ancor più prestigiosa. Una scultura riposta all'interno di un sito di grande impatto visivo, o parte di un gruppo di grandi dimensioni. Lo studioso, già riconosciuto quale massimo esperto dell' Opera di Tino di Camaino, è stato incaricato dalla Fondazione Federico II, di continuare le Sue ricerche, per confermare quella che sembrerebbe poter rappresentare una eccezionale scoperta di rilevanza internazionale. Federico II è tornato a Palermo?
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25/07/2010 - FEDERICO II HOHENSTAUFEN : IL SUO VOLTO.
Federico II Hohenstaufen
Presso la Fondazione Santarelli a Roma, un busto in marmo federiciano viene da sempre ritenuto una 'probabile' raffigurazione di Federico II. Adesso, grazie al raffronto con la Testa di Federico II della Collezione Torta, scopriamo che si tratta certamente, in ambedue i casi, del vero volto di Federico II Hohenstaufen. La somiglianza è innagabile, ed il busto laureato 'Santarelli', scoperto durante scavi a Genova presso la zona portuale nel 1942, manifesta lo stesso profilo fiero ed elegante della testa coronata. La testa Santarelli' potrebbe essere stata manufatta durante la visita di Federico a Genova avvenuta nel 1210 a soli quattordici anni. Di contro, la testa incoronata del Museo Federico II e il Medioevo di Palermo, è stata eseguita con tale maestria e modernità da mettere in dubbio in un primo momento, che possa trattarsi realmente di una scultura antica. La scultura è giunta a noi in condizioni eccezionali, come di un oggetto preservato con rispetto dall'incuria del tempo...Una qualità tale da far pensare di getto che possa trattarsi di un lavoro classico, eseguito in periodo 'neoclassico', ma non è così. Le tracce di una cultura tardo medievale ci sono tutte: una discrepanza tra la plastica rotondità quasi rinascimentale di un viso scolpito con tecnica eccelsa, si contrappone ad una strana durezza, quasi rigidità della nuca, sul verso. Un 'errore' che il miglior falsario non saprebbe esprimere, ma che manifesta anche la grande capacità di caratterizzazione del Maestro scultore, vissuto quasi al confine tra l'ultimo medioevo e gli albori del Rinascimento...La tunica, a 'pergamena' arrotolata e leggermente schiacciata, nuovamente tradisce l'epoca di questa scultura, ovvero una scultura medievale probabilmente databile verso la metà del XIII secolo ... La tunica si lascia scivolare sul capo di un monarca quasi imberbe, e ci mostra il sovrano giovane, con una peluria acerba che ne sottolinea il volto, reincoronandolo anche nel viso, come fosse un delicato tralcio d'alloro, acuendone ulteriormente i nobili tratti del volto giovanile, fiero e deciso, dolce ma non ingenuo. Un monarca che esprime una probabile età di venticinque anni, dal profilo simile, molto simile all'effige espressa nelle monete auree 'Augustali' di Federico II. Una testa marmorea che ritrae un sovrano in modo aulico, dal portamento e dal sangue augusteo: Federico II Hohenstaufen,lo Stupor Mundi.La provenienza, Collezione estera, farebbe ipotizzare un fortunoso trasferimento dell'oggetto in tempi antichi, estrapolando questa testa da una complessa e più impegnativa opera. Forse un busto in porfido, su cui questa scultura faceva una figura ancor più prestigiosa. La testa di una scultura riposta all'interno di un sito di grande impatto visivo, o parte di un gruppo scultoreo di grandi dimensioni, dove Federico era dominatore, assiso su uno splendido cavallo arabo. Un gruppo di cui non abbiamo nè tracce ne alcun documento. Per altro le analogie caratteriali che si riscontrano con alcuni volti e panneggi visibili a Siena, presenti presso il Pulpito della Cattedrale, fanno sognare una paternità eccelsa. Il modo come viene in questa testa interpretato 'il mento', tondeggiante e con una piccola fossetta centrale, e come sono resi i capelli, a ciuffetti piccoli e mossi, e la bocca a cuore, delicata e leggermente carnosa, la fronte spaziosa e molto delineata, con le arcate frontali prestanti, materiali, quasi leonine, ed un naso dritto e volitivo fanno riflettere. Tracce che a mio avviso, sembrano suggerire la mano del più grande protagonista del medioevo federiciano: Nicola Pisano. La datazione da noi proposta per questa scultura, prospetta un’epoca probabilmente oscillante tra il 1245 ed il 50, ovvero durante la tarda maturità di Federico cinquantenne. La iniziale incoerenza della raffigurazione giovanile del sovrano espressa in una epoca in cui crediamo che Federico fosse già in età matura, si dirime considerando che secondo un antico manoscritto, risulta che il sovrano ultra quarantenne, era talmente invecchiato, che se fosse stato venduto al mercato degli schiavi, sarebbe stato valutato pochi ’Dirham’, ovvero quanto qualche cammello. Quasi senza capelli, sdentato, alquanto appesantito, di certo non sarebbe stato un modello ideale, se fosse stato scolpito e ritratto nella reale fisionomia. Riteniamo che l'Artista scultore ritrasse il volto di Federico con la fisionomia di venticinque, trenta anni prima della reale età del monarca.Ho cercato supporto e conforto in queste mie, direi, intuizioni, ma purtroppo mi è sembrato come se nel nostro paese vigesse uno stato di torpore scientifico-mentale, ovvero come se nessuno avesse alcuna intenzione di esprimersi, e mostrare così il fianco a decine di studiosi, pronti a scatenare un incondizionato linciaggio senza remore. L'Arte è diventata un campo di battaglia, dove chi parla per primo, si assume le responsabilità di subire le più disparate critiche trasversali anche ingiustificabili, e questo solo per difendere ognuno le posizioni di prestigio acquisite o acquisibili, e non cedere un passo per nessun motivo. Credo che siamo giunti ad un punto di non ritorno, dove a parlare, spesso, sono personaggi dal grandissimo impatto mediatico, ma di flebile e quasi inesistente sensibilità artistica. Una gratificante notizia ci giunge dal Giappone. Il Professor Naoki Dan, studioso ed esperto di Arte medievale, già autore di testi sulle opere di Tino di Camaino, visionando le foto della 'testa di Federico II' ci ha entusiasticamente garantito la eccezionale inportanza della scultura, in ambito delle raffigurazioni medievali di sovrani coronati, promettendo di raggiungerci in Sicilia a settembre, per visionare l'eccezionale reperto di presenza, ed offrendosi di studiare questo 'appetitoso' inedito reperto.La cortesia, disponibilità,spessore culturale, attenzione e garbo del Professore Naoki Dan, mi hanno fatto tristemente riflettere, confrontando l'approccio con la cultura nipponica, rispetto ad una aggressione verbale subita a Foggia da uno 'studioso' pugliese, che piuttosto che 'guardare' la scultura si è lanciato in invettive schizofrenico oscurantiste. L'Italia non sarebbe la patria dell'arte e della cultura antica? Talmente Antica da esser divenuta...Fossile. FedericoII immobile sfida i secoli e sta a guardare silenzioso in attesa....
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21/01/2010 - IL PIATTO...DEL MAGICO FEDERICOII
Federico II Hohenstaufen ...Templare
Una placca d'argento sbalzata e cesellata, con l'effige di Federico II Templare... Il Globo crucigero nella mano sinistra dell'Imperatore e Re, e nella destra la lancia, simbolo dei Cavalieri Templari. Uno dei reperti più preziosi e rari del Museo Federico II e il Medioevo di Palermo, raffigurante un Federico II barbuto (come i Templari) e vestito alla araba.L'iscrizione sulla tesa del piatto (cm.17)recita : '’FREDERICUS DEI GRA(ZIA)ROMANO(RUM)REX e SEMP(ER)AUGUSTUS REGNAT’’
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20/11/2009 - GIULIO TORTA ED I SIMBOLI TEMPLARI
Foto da 'Diva e Donna' del 18-24 novembre...Misteriosi e sconosciuti simboli racchiusi in oggetti medievali scoperti in trent'anni di appassionanti ricerche. Amuleti portatori di energie positive legate al cristianesimo ed alla fede indomita verso Cristo, nel pericoloso territorio della Terra Santa tra le ostilità degli 'infedeli'...Tassello dopo tassello, si svelano le forme di un'Puzzle'impensabile. Esoterismo culto e magia, fede e coraggio smisurato per un Ideale puro. I Cavalieri Templari ed un loro Segreto sino ad oggi ancora inviolato.
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03/11/2009 - FEDERICO II HOHENSTAUFEN TORNA A PALERMO...
Il volto di Federico II
Ecco il vero volto di Federico II Hohenstaufen... Una scoperta dirompente che suscita stupore, incredulità, curiosità... La qualità eccezionale di questa scultura, potrebbe racchiudere, come prospettato dallo scopritore e studioso di reperti medievali, Giulio Torta, una importantissima paternità...
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09/09/2009 - I TEMPLARI SBANCANO A CORTONA...
Amuleti, culto e magia...
Amuleti Templari...esoterismo,culto e magia. Una Collaterale che ha contribuito a date smalto ed interesse alla Mostra di Cortona Antiquaria. Per il quinto anno consecutivo la Ass.Cult.Terza Esperide di Palermo ha portato nel cuore della Toscana, pezzetti di cultura siciliana. Un connubio che è quasi un gemellaggio, di cui Giulio Torta, Presidente, è orgoglioso. La stampa, come parecchie televisioni nazionali e private si sono interessate al 'Mistero Templare' e la scoperta fatta grazie alle ricerche ancora in itinete, sarebbe dirompente...Tra i sessanta reperti collegati al misterioso mondo templare, provenienti dal costituendo Museo Federico II e il Medioevo, la chiave di lettura di un piccolissimo simbolo sconosciuto, emblema sino a ieri segreto, dei Cavalieri del Sacro Tempio di Salomone. Presto una pubblicazione divulgherà la scoperta, con riferimenti concreti a comprova...
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08/08/2009 - AMULETI TEMPLARI A CORTONA...
La Forza dell'esoterismo per esorcizare la morte...
Quattro amuleti templari (tra i sessanta reperti in Mostra) a Cortona dal 22 agosto al 6 settembre.I Monaci Guerrieri Cavalieri della Santa Croce, avevano una debolezza...credere nella forza esoterica di simboli, amuleti, oggetti che rendevano il pericolo esorcizabile...
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23/07/2009 - ESOTERISMO CULTO E MAGIA
Medioevo da Scoprire...
Il Mistero dei Templari a Cortona. Per la prima volta in mostra a Palazzo Vagnotti, in occasione della Mostra di Antiquariato di Cortona dal 22 agosto al 6 settembre, sarà esposta al pubblico una collezione di inediti reperti collegati al culto esoterico dei cavalieri del Sacro Tempio di Salomone. Anni di ricerche effettuate da Giulio Torta su decine di reperti acquisiti in Sicilia, per lambire i Misteri dei Cavalieri Templari. Il Santo Graal, il Baphomet,gli Amuleti invincibili...Ass.Terza Esperide di Palermo- Curatore Giulio Torta
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11/06/2009 - IL RITRATTO DI CARAVAGGIO E IL VOLTO DI FEDERICO
Un Caravaggio che non si vede ma si 'sente'...
La Musica di Caravaggio : Un Dipinto può emettere suoni ? Le convenzioni universali esistono sin quando permangono le logiche supportate da riscontri e certezze… Un ‘problema’ di non facile risoluzione viene posto al Gotha degli studiosi di pittura antica, e più precisamente agli studiosi di Caravaggio e del ‘caravaggismo’ con la avversata o peggio non considerata attribuzione a Caravaggio del Davide e Golia con ‘Disputante’, prospettata dal Connoisseur dell’Arte ed Antiquario Giulio Torta. Sappiamo che affinchè universalmente venga riconosciuta una importante paternità di un’Opera d’Arte, collegabile ad un grande Maestro, da tutti gli storici accreditati e riconosciuti tali e quindi ne sia avallata la sua valenza documentale, qualitativa e storica, esistono delle problematiche legate a tre fattori da sempre imprescindibili: primo, la iconologia ( lo studio del significato delle immagini e la classificazione dei temi o dei soggetti rappresentati ovvero la ‘forma’ del Dipinto) e la iconografia ( lo studio dell’opera d’arte, che prendendo le mosse dal suo significato iconografico ne esamini il valore in rapporto con lo stile, le intenzioni dell’autore e la cultura del sua epoca), il secondo, la storiografia dell’Opera (ovvero i documenti comprovanti la provenienza e relativi passaggi di proprietà) ed il terzo, le verifiche tecnico scientifiche incrociate effettuate sull’Opera che risultino compatibili con altre Opere dello stesso artista. Esistono su questo Dipinto diverse robuste tracce che ripercorrerebbero sia la provenienza che i riscontri tecnico-scientifici, oltremodo 'compatibili'con la delicata ipotesi attributiva. Invece. insormontabili, ad oggi,vengono ritenute le espressioni sia iconologica che iconografica. Il ‘soggetto’ del Dipinto ritraente Davide e Golia con ‘Disputante’, visualizzato da uno storico dell’Arte, che abbia una robusta formazione di studi diremmo storico-artistici, è assolutamente privo di qualsivoglia parallelismo logico, e quindi non collocabile e non considerabile, sia iconologicamente che iconograficamente. Infatti, se alla incongruenza iconologica, assolutamente irriverente e priva di riscontri formali, aggiungiamo la assoluta singolarità iconografica, ancor più ‘stravagante’, automaticamente si erge un insormontabile muro di intransigenza. Questa sarà stata probabilmente la considerazione che ne fece il grande Roberto Longhi, quando, vedendo Davide e Golia con un terzo spettatore intento a gesticolare, tramite foto bianco e nero, collocò di getto l’Opera come di scuola napoletana di anonimo autore caravaggesco. E così è stato considerato sino ad oggi, questo curioso incomprensibile ’Anonimo napoletano’ sia da tutti gli allievi del Longhi, e da coloro che, di scuola Longhiana e non, siano interpellati a considerarne una paternità. Eppure accostandosi al Dipinto con morbida disponibilità, si rimane attratti da un incomprensibile e fascinoso mistero di un messaggio insito in una qualità pittorica sin troppo elegante e vibrante che, come un fastidioso dissonante suono , espresso da note apparentemente scollegate, insieme forma un armonioso accordo nuovo. In Musica, esiste. Note scomposte che si legano irriverenti, apparentemente contro la logica della musica, creando accordi nuovi, note che entrano dentro vibranti, sino a graffiare il cervello, al limite del fastidio. Credo mai come in questa Opera ancora incomprensibilmente incompresa, la pittura è stata così vicino alla musica.(Questo Dipinto, quando sarà riconosciuto ed accreditato , sarà in esposizione a Palermo presso il costituendo Museo 'Federico II e il Medioevo'...) Giulio Torta
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14/05/2009 - I TEMPLARI A GERUSALEMME.
'Hierosolyma Tempieri Urbs Sancta'
Amuleto-reliquiario templare. Un eccezionale ed unico reperto in argento di forma tubolare, sigillato con dei pernetti trasversali ed originariamente anche da tre ganci ribattuti, di cui due adesso mancanti. In cima una piccola Croce in smalto rosso ed una la iscrizione incisa intorno, intervallata da due Croci recita: 'Hierosolyma Tempieri Urbs Sancta'. Mistero e fascino, oltre che una reale energia positiva, scaturiscono da questo oggetto,databile tra il XII ed il XIII secolo,che, proveniente da collezione privata,risulta il più misterioso e forse anche il più raro ed affascinante della intera collezione del Museo virtuale 'Federico II e il Medioevo'. Cosa potrebbe racchiudere ancora questo oggetto, dalla foggia di un siluro spaziale ? Forse semplicemente la sabbia di Gerusalemme, da riportare a casa, in Europa al rientro da una estenuante guerra, o una preziosa, segreta reliquia della Santa Croce, o probabilmente una pergamena arrotolata con una mappa, o un plico criptato con segreti templari o ancora un trasferimento di monete d'oro (i famosi Augustali, che hanno il diametro esatto del contenitore, che pesa ben 235 grammi per soli 14 cm. di lunghezza e tre cm. di diametro). In ogni caso, un grande rispetto per gli originari possessori,'I Cavaliere della Santa Croce', che nessuno ha avuto l'ardire di scalfirne in alcun modo la magia ancora racchiusa dentro questo oggetto misterioso ed incorrotto. La fragilità dell'argento vetrificato dai secoli di questo amuleto e contenitore, sconsigliano di appagare la enorme curiosità,per non distruggere un incantesimo ancora in essere dopo circa otto secoli.
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06/02/2009 - FEDERICO II HOHENSTAUFEN ALLA VI CROCIATA''
Federico II su una Placca d'argento-
Federico II Hohenstaufen a Catania… tra magia ed esoterismo. Sarà esposto a Catania alle Ciminiere per la prima volta al pubblico, dal 27 al 30 aprile 2009, quale evento culturale, presso la Mostra di Antiquariato Catania-Antiqua , (prestato tramite la Ass.Cult. Terza Esperide di Palermo) uno tra i più affascinanti e rari reperti del costituendo Museo ‘Federico II ed il Medioevo’. Una preziosissima placca d’argento sbalzata a rilievo, del diametro di cm.17 circa, nella quale è rappresentata l’immagine frontale dell’Imperatore e Re Federico II in trono, che tiene nella mano destra una lancia, e nella mano sinistra il globo crucigero. Si conoscono altre raffigurazioni similari, espresse in sigilli e medaglie, ove lo Stupor Mundi viene mostrato con lo scettro o la spada, e questa simbologia risulta inedita. Intorno all’immagine di Federico, sono raffigurate otto Croci a rilievo, e nella tesa della placca, la scritta ‘’ FREDERICUS DEI GRA (ZIA)ROMANO(RUM)REX e SEMP(ER)AUGUSTUS REGNAT’’. Federico II è ritratto con una folta barba e lunghi capelli, vestito con il saio, alla romana, da imperatore, ma da arabo con folta barba. Seduto su uno spazioso trono, Il Re ed Imperatore Federico II, con una mano brandisce la lancia, simbolo di forza e di indiscusso potere militare e con l’altra trattiene , per volere divino, il Globo crucigero raffigurante il dominio di Cristo sul mondo. Alcune Croci intorno, circondano protettive la figura dell’Imperatore, in numero di otto, ovvero un numero che è tra i principali simboli esoterici dell'arte e della tradizione sia cristiana che islamica. Otto, Il numero che rappresentava la globalità avvolgente del mondo, tra il cielo e la terra, altresì simbolo dell’infinito. Otto, come la struttura ottagonale di Castel del Monte, ovvero la figura geometrica che più si avvicina al cerchio, espressione di perfezione, un simbolo che rimane legato costantemente a Federico. La lancia, come la Croce, ha una forte valenza simbolica collegata ai Cavalieri Templari, e rappresenta la invincibilità di Cristo, al di là della morte. Il concetto di ‘lancia sacra’ appartenente già all’ antica tradizione delle spade e lance magiche ed invincibili dell’immaginario nella mitologia germanica, ebbe notevole considerazione anche nel cristianesimo, da parte degli imperatori, per il ruolo che le venne assegnato. La lancia era simbolo ‘sacerdotale’ dell’invincibilità che derivava all’Imperatore in quanto legale rappresentante di Cristo sulla terra. Si può interpretare nella lancia anche un ruolo dinastico Imperiale, in quanto Federico era diretto discendente di Costantino. La datazione di quest’oggetto può coerentemente stabilirsi tra il 1228 ed il 1229, poiché Il sovrano, ritratto con folta capigliatura e lunga barba, è raffigurato trentenne, armato e pronto ad intraprendere la VI Crociata; ‘La Crociata di Federico’. Grande coinvolgimento emozionale deriva dal pensare quale immenso risultato sia stato in quel caso il frutto di tolleranza ed apertura verso l’Islam (che Federico conosceva molto bene ed amava) e le reciproche concessioni per una pacifica convivenza . La crociata di Federico, si concluse per la prima volta diplomaticamente senza alcuno spargimento di sangue, e portò , anche se per un breve periodo, pace e serenità nella zona oggi più infuocata della terra. Una politica di tolleranza e rispetto reciproco che ancora adesso permangono tristemente disattesi . La placca inedita, proveniente da privata collezione siciliana, già esaminata e classificata dal Professor Franco D’Angelo di Palermo, pur mantenendo una calda e sincera patina, reca evidenti segni di corrosione e vetrificazione del metallo, dovuta ai quasi ‘otto’ secoli di vetustà. Questo affascinante quanto magico oggetto, già facente parte del ‘Corpus’ museale del costituendo Museo Federico II ed il Medioevo rappresenterà, con la attuale divulgazione, una inedita pietra miliare per la conoscenza delle rarissime raffigurazioni medievali dello Stupor Mundi . www. federicoiiedintornimuseum.it Il Presidente Ass.Culturale Terza Esperide Giulio Torta www.federicoiiedintornimuseum. it
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29/07/2008 - FEDERICO II HOHENSTAUFEN: UNA SCULTURA IN STUDIO
Federico II - Misteri dell'Arte...
Una inedita scultura medievale, ancora alla ricerca di paternità... Questa eccezionale scultura medievale raffigurante Federico II Hohenstaufen Imperatore, necessita di essere ancora più attentamente esaminata ed indagata, da una equipe sia di tecnici che di studiosi medievalisti. Questa testa marmorea racchiude in sè una enorme forza, diremmo michelangiolesca (Michelangelo acquisì molto nella Sua formazione dallo studio di Opere di Nicola Pisano...), ma crediamo sia stata realizzata circa tre secoli prima dell’epoca di Michelangelo... La testa coronata, coperta da una delicata ma sincera patina, estesa omogeneamente sulla ancor bianca pelle marmorea, non nasconde un genuino carattere medievale. Una delicata patina,(come si riscontra su un oggetto che sia stato protetto con riguardo nei secoli), ma con carattere medievale, riscontrabile sia nella esecuzione dei capelli a ciuffi che nella forma degli occhi, nella bocca come nel mento e nella fronte. La nuca rigida, e la tunica, che cade sulle orecchie leggermente schiacciata, a ’pergamena’, riconferma una epoca molto antica. Eppure non si è avvezzi a riscontrare una tale eleganza e plasticita’ ’rinascimentale’ in una scultura medievale. Ecco la iniziale e vibrante incongruenza della scultura, che sembra, se confermata, una grande prova di abilita' d'Arte e maestria, di un sommo Maestro scultore. Riteniamo malgrado cio' questa scultura, Opera di uno artista estremamente capace ed abile, che, per una occasione artistica cosi importante ed impegnativa, quale quella di ritrarre l'immagine dell'Imperatore Federico II, riuscì a dare il massimo di se stesso, risultando ancor oggi il suo lavoro, a distanza (crediamo) di oltre sette secoli, espressione di estrema modernità e vigore. Pur non potendo identificare la paternita’ dell’Opera, noi siamo convinti di potere avanzare una ipotesi di esecuzione della stessa, quale scultura di epoca tardo medievale.Potrebbe essere stata scolpita per uno dei castelli federiciani, forse una ventina di anni dopo la incoronazione di Federico, per voler immortalare il sovrano nel momento di fulgida giovinezza, poichè Federico maturo era già, come tramandato da antiche fonti, quasi calvo, e molto malmesso fisicamente. Chi può aiutarci con degli studi e ricerche da vero ’Coinnesseur’ dell’Arte su un oggetto di tale spessore? Con umiltà e semplicità, ma a tempo stesso con sensibilità cultura e rispetto per l’Arte vera? Una patina eccezionale, di un oggetto forse mai esposto alle intemperie, e sotto, alla base, un vetusto originale perno in bronzo, imboccolato con piombo, visibilmente vetrificato dai secoli... Una fierezza Imperiale, con un retrogusto di forti reminiscenze Augustee. Dopo le ’teste di Modigliani’ la paura di fare delle figuracce ha frantumato in molti Studiosi, la genuinità delle sensazioni, la spontaneità di vedere, capire, sentire, confrontarsi, esprimersi, ed ... esporsi. E’ facile, anzi, facilissimo affermare ’no’ non è ... anzi che questa scultura l’ha fatta un falsario nell’ottocento o forse l’ho scolpita io stesso... Dove sono gli ’Studiosi’ di Arte medievale inedita...e non conoscitori soltanto di quello che già si conosce. Sempre piu' spesso l'Accademia (in Italia) si trincera con eccessiva durezza su binari di intransigenza, con preclusioni assiomatiche, addirittura non considerando risultati tecnico scientifici interessanti. Forse su tutto cio' che riguarda i cosi' detti 'Capolavori', sarebbe piu' giusto parlare di interpretazioni 'Politiche', in quanto l'Arte c'entra sempre meno. Eppure i veri conoscitori di Arte Antica, avvezzi a saper leggere e riconoscere sia falsi come le singolari e rare scoperte inedite, sanno di dover usare, dinnanzi ad oggetti di grande spessore ed inediti la massima cautela.
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29/07/2008 - ORECCHINI SICILIANI XIII SEC.
Gioiello siculo islamico.
Orecchini in oro, composti da due srutture coniche, riunite a forma di 'fagiolo'. Il metallo, sapientemente sbalzato in due meta' a lamina conica, e' stato unito con una delicata struttura rinforzata da robusta filigrana intrecciata. L'inedito oggetto di indubbia valenza documentale, rappresenta il progenitore degli orecchini siciliani del XVIII secolo, detti a fagiolo, dove il corpo, appunto a forma di legume, viene inserito come pendente, in verticale, e non in orizzontale.Gli orecchini a 'fagiolo' sono ritenuti simbolismi propiziatori di abbondanza, come gli anelli a forma di 'pagnotta'.Maestranze islamiche in Sicilia. (sec.XII/XV)
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28/07/2008 - MEDAGLIA TEMPLARE ESOTERICA
La Magia nel Medioevo
Una medaglia in rame con cerchi concentrici (energia del sole) che racchiude simboli magici propiziatori e scaramantici. L'Infinito, l'occhio sacro, il triangolo con il cerchio ed il triangolo con il quadrato, un compasso e...arcani simbolismi collegati all'antico Egitto, con antichi segni non ancora decifrati. Tracce di doratura a zecchino. Oggetto di cultura Templare. Sicilia sec XII XIII.(cm 5 circa)
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27/07/2008 - GLI ARABI ASSEDIANO MESSINA
Assedio di Messina
Questa mappa eccezionale mostra un assedio presso il golfo a 'falce' della citta' di Messina del'843. In alto la raffigurazione di Scilla, il mitico promontorio calabro dello stretto. Guerrieri arabi armati di lance dislocati in un accampamento, al di la' dello stretto. Iscrizioni in lingua persiana antica, con le descrizioni dei punti cardinali e... Sarebbe risolutoria la traduzione delle iscrizioni da parte di un paleografo di antico persiano, anche per confermare la presunta datazione.(Particolare)Sicilia Sec. XI-XIII
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26/07/2008 - IL FERRO DA STIRO...MEDIEVALE
Sembra un'arma da corpo a corpo, ma è un ferro...da stiro
Altro che ferro a vapore, qui siamo proprio al 'Medioevo'. Un ferro per stirare, di foggia gotica. Poggiato sulla brace, si doveva maneggiare con guanti di cuoio. Italia sec.XIII-XV
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26/07/2008 - FEDERICO II HOHENSTAUFEN CON 'BARBA'...
Una incisione del XVI secolo.
Federico II Hohenstaufen, in una incisione del XVII secolo. Tra le molteplici raffigurazioni dell'Imperatore, questa, della prima met' del XVII, è una delle pochissime immagini con Federico II barbuto. Presso la Collezione Museo Virtuale Federico II, è conservato un inedito ed assolutamente eccezionale piatto in argento, con la raffigurazione di Federico II barbuto, assiso sul trono, con il globo sulla mano sinistra e la lancia templare trattenuta con la destra. Intorno, otto Croci a rilievo. Il piatto reca nella tesa, una iscrizione puntellata che recita :FREDERICUS DEI GRA-ROMANOX REX SEMPER AUGUSTUS REGNAT- Il Piatto, di privata Collezione, rappresenta una certa ed importantissima visualizzazione di Federico II che riteniamo databile verso il 1238-40
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26/07/2008 - CROCE TEMPLARE IN BRONZO CON TRACCE DI DORATURA.
Croce Templare con catena in rame (fine sec.XIII).
Una venticinquennale ricerca accorta, principalmente rivolta verso acquisizioni da antiche Collezioni private siciliane come da mercati nazionali ed internazionali, ha potuto consentirci di riunire un 'Corpus' di indubbio interesse storico-documentale, specialmente nel settore delle così dette arti 'minori', intendendo per minore ciò che è piccolo per 'volume', ma non per rarità e qualità. Proprio un settore di reperti tra quelli maggiormente trascurati durante i secoli, è quello del 'gioiello' medievale, poichè si tratta per la maggior parte di gioielleria in rame o bronzo, laminata in argento ed oro, e quindi non appetibile commercialmente. Di fatto la relativa penuria dei nobili metalli, durante il Medioevo, ha costretto artisti ed artigiani gioiellieri, a realizzare piccoli capolavori, che non hanno avuto nei secoli interesse alcuno, proprio perchè eseguiti in metalli di nessun valore commerciale, anche se realizzati con una ancor più difficoltosa lavorazione, a causa della maggior durezza dei materiali. Ecco una splendida collana Templare in rame con tracce di zecchinatura, interamente sbalzata a mano, con la raffigurazione della Croce intervallata da trafori a foggia di germogli, che costituiscono un'altra Croce gigliata (1280 circa)puntellata da scaramantici globetti in corallo e turchesi. Un oggetto sacro ed amuleto profano al tempo stesso, che rispecchia i canoni della assoluta essenzialità ed austerità dei Cavalieri Templari. La Collezione del Museo Federico II e il Medioevo, dispone di una selezione estremamente variegata di amuleti templari, con iscrizioni, motti, simbolismi criptografici ed esoterici ed immagini sacre. Questa Collezione museale inedita e veramente intrigante oltre che impregnata di storia siciliana, dovrà prima o poi, grazie ai nostri personali sacrifici, esprimersi in una Sede permanente a Palermo, eventualmente anche itinerante. Il Presidente della Ass.Cult.Terza Esperide di Palermo Giulio Torta
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26/07/2008 - AMULETO TEMPLARE
Esoterismo e Magia
Oggetti di cultura templare. I Talismani recano simboli e criptogrammi esoterici. I Cavalieri esprimevano coraggio, religiosità e superstizione insieme e per loro era una necessità il possesso di oggetti da portare sempre con se.Un modo di esorcizzare la paura della morte in battaglia, credere nell'aiuto di amuleti magici... Oggetti dove il simbolo magico, l'esoterismo e la Croce, sono sempre insieme, come in una miscela invincibile. La grande spada al centro ha volutamente la medesima struttura di una Croce, tra simboli stelle e due Croci.
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