L'Associazione culturale "Terza Esperide" di Palermo, nella persona del Presidente Giulio Torta, esperto e collezionista di reperti medioevali, desidera presentare il progetto "Federico II e Dintorni" (www.federicoiiedintorni.museum.it).
L'ambizioso progetto si prefigge di raggruppare, in un insieme logico, reperti collegabili al periodo storico siciliano e propri dell'Italia meridionale, che va dall'occupazione Araba del IX sec., sino al periodo Aragonese, privilegiando la prima metà del XIII secolo, ovvero l'epoca così detta "Federiciana".
Gli oggetti, sia di uso comune, che di rara e preziosa manifattura, frutto di attenti studi e ricerche, sono stati acquisiti presso collezioni private e mercanti d'Arte, in Italia ed all'estero, con l'intento principale di rendere concreto e visibile il collegamento siciliano e dell'Italia meridionale con gli influssi Bizantino-Arabo-Normanno-Svevo-Aragonesi. Questo vasto periodo del Medioevo, apprezzato e conosciuto tramite molteplici testi storici, pur avendo lasciato una profonda eco di memoria nella nostra cultura, purtroppo non ha quasi mai un diretto riscontro visivo, se non negli edifici e nelle architetture a noi rimaste.
La difficoltà di reperire manufatti medioevali integri o ben conservati, la poca conoscenza di questi e la quasi totale indifferenza di molti collezionisti di Arte Antica, hanno reso, per certi versi, più affascinante il nostro progetto.
La collezione, allestita nell'arco di un ventennio e in continua (seppure lenta) espansione, consta attualmente di circa centodieci reperti, alcuni dei quali già pubblicati, quali documenti, maioliche, sculture, avori, argenti, oreficeria, oggetti d'arte e curiosità. Una lettura assai singolare dei manufatti, riesce a condurre il visitatore attraverso il mistero, il culto, la magia e le superstizioni dell'epoca. Infatti, il contatto quasi diretto con oggetti millenari, siano essi armi, monili, candelieri, piatti o quant'altro ci pone in relazione con la storia del nostro medioevo, rappresentandone la lontana, mitica materializzazione.
Profondo intendimento di "Terza Esperide" è che tale collezione possa trovare una sede stabile in Sicilia, affinché il ricordo dello "Stupor Mundi" possa donare nuova linfa alla sua Terra con rinnovato carisma, fascino e mistero.


Associazione culturale "Terza Esperide"

Il Presidente

Giulio Torta


Metodo e considerazioni sulle ricerche.

Sebbene illustri Autori italiani e stranieri in passato abbiano affrontato lo studio del Medioevo e di Federico II con passione e dedizione ed esista, oggi, un nuovo vigore interpretativo per il periodo medioevale, l'esatta datazione di alcuni manufatti d'epoca non sempre risulta immediata. Infatti, sia i naturali smottamenti e sbancamenti degli strati più superficiali in aree edificabili o agricole, sia la perenne ricerca in importanti siti archeologici ellenici, etruschi e romani, effettuati negli ultimi secoli, hanno determinato la scomparsa di numerose tracce medioevali, certamente degne di attente ricerche. E proprio l'istituzione d'importanti collezioni di arte antica, specialmente ellenistica, nel periodo storico compreso tra rinascimento ed ottocento, ha prodotto un disinteresse verso l'arte medioevale con la conseguente dispersione di un patrimonio d'arte barbarica, araba, normanna e bizantina.
La maggior parte dei reperti medioevali di pregio ed in buono stato di conservazione giungono, così, da collezioni private, in particolare da antiche famiglie siciliane, tradizionalmente attente alla cura e custodia di cimeli antichi, sia pure di alcune decine di generazioni addietro e di lontanissima memoria.
La maggiore difficoltà di reperimento di tali oggetti sta, piuttosto, nel saperli riconoscere; infatti, la forma essenziale e poco appariscente della maggior parte di essi, ad una prima indagine, non ne consente l'immediata classificazione. Ciò sia per la scarsa rappresentazione iconografica, conseguente alla rarità degli oggetti stessi, sia per i vari influssi stilistici apportati da artisti, scultori ed architetti persiani e siriani (dai tardi stilemi egiziani), nonché bizantini, normanni ed arabi, che popolavano la Corte di Federico II.
Ogni oggetto mostra diversi crismi epocali insieme: un mosaico i cui tasselli a volte si sovrappongono, creando manufatti unici con un proprio carattere non riscontrabile se non in quell'unico insieme irripetibile.
L'attribuzione dell'esatto periodo di appartenenza di alcuni tra i manufatti più interessanti è frutto di attente ricerche e osservazioni sulle stesse circostanze stilistiche che, sebbene simili ad un'intricata matassa dalle innumerevoli informazioni, conducono ad un unico filo conduttore, sia pure con qualche grado di opinabilità. Alla base di tali indagini, si tengono in considerazione, quindi, i vari collegamenti che intercorrono tra cinque o sei culture differenti, tutte singolarmente dalla forte personalità ma che, insieme coinvolte, lasciano reciprocamente tracce del loro carattere. E, come se non bastasse, la stessa patina, i materiali di fabbricazione, le tecniche di esecuzione e la provenienza (quando nota), forniscono importanti elementi da considerare nell'attribuzione dell'epoca di appartenenza.
Il raffronto con i rari oggetti esposti nei più celebri musei europei e, soprattutto, la consulenza di studiosi, collezionisti e ricercatori, supportata dalle costante consultazione dei testi della vasta biblioteca medioevale di cui dispone l'associazione "Terza Esperide", ci hanno fornito spunti illuminanti per giungere alla determinazione più certa dei singoli reperti.
Per portare avanti il nostro progetto, pur non essendo degli studiosi, continuiamo le nostre ricerche sull'arte persiana ed araba, bizantina e normanna. In cio' non ci sentiamo di defraudare ne' studiosi ne' archeologi o tanto meno figure istituzionali.