MEDIEVAL NEWS
 
11/06/2009 - IL RITRATTO DI CARAVAGGIO E IL VOLTO DI FEDERICO
Un Caravaggio che non si vede ma si 'sente'...
La Musica di Caravaggio : Un Dipinto può emettere suoni ? Le convenzioni universali esistono sin quando permangono le logiche supportate da riscontri e certezze… Un ‘problema’ di non facile risoluzione viene posto al Gotha degli studiosi di pittura antica, e più precisamente agli studiosi di Caravaggio e del ‘caravaggismo’ con la avversata o peggio non considerata attribuzione a Caravaggio del Davide e Golia con ‘Disputante’, prospettata dal Connoisseur dell’Arte ed Antiquario Giulio Torta. Sappiamo che affinchè universalmente venga riconosciuta una importante paternità di un’Opera d’Arte, collegabile ad un grande Maestro, da tutti gli storici accreditati e riconosciuti tali e quindi ne sia avallata la sua valenza documentale, qualitativa e storica, esistono delle problematiche legate a tre fattori da sempre imprescindibili: primo, la iconologia ( lo studio del significato delle immagini e la classificazione dei temi o dei soggetti rappresentati ovvero la ‘forma’ del Dipinto) e la iconografia ( lo studio dell’opera d’arte, che prendendo le mosse dal suo significato iconografico ne esamini il valore in rapporto con lo stile, le intenzioni dell’autore e la cultura del sua epoca), il secondo, la storiografia dell’Opera (ovvero i documenti comprovanti la provenienza e relativi passaggi di proprietà) ed il terzo, le verifiche tecnico scientifiche incrociate effettuate sull’Opera che risultino compatibili con altre Opere dello stesso artista. Esistono su questo Dipinto diverse robuste tracce che ripercorrerebbero sia la provenienza che i riscontri tecnico-scientifici, oltremodo 'compatibili'con la delicata ipotesi attributiva. Invece. insormontabili, ad oggi,vengono ritenute le espressioni sia iconologica che iconografica. Il ‘soggetto’ del Dipinto ritraente Davide e Golia con ‘Disputante’, visualizzato da uno storico dell’Arte, che abbia una robusta formazione di studi diremmo storico-artistici, è assolutamente privo di qualsivoglia parallelismo logico, e quindi non collocabile e non considerabile, sia iconologicamente che iconograficamente. Infatti, se alla incongruenza iconologica, assolutamente irriverente e priva di riscontri formali, aggiungiamo la assoluta singolarità iconografica, ancor più ‘stravagante’, automaticamente si erge un insormontabile muro di intransigenza. Questa sarà stata probabilmente la considerazione che ne fece il grande Roberto Longhi, quando, vedendo Davide e Golia con un terzo spettatore intento a gesticolare, tramite foto bianco e nero, collocò di getto l’Opera come di scuola napoletana di anonimo autore caravaggesco. E così è stato considerato sino ad oggi, questo curioso incomprensibile ’Anonimo napoletano’ sia da tutti gli allievi del Longhi, e da coloro che, di scuola Longhiana e non, siano interpellati a considerarne una paternità. Eppure accostandosi al Dipinto con morbida disponibilità, si rimane attratti da un incomprensibile e fascinoso mistero di un messaggio insito in una qualità pittorica sin troppo elegante e vibrante che, come un fastidioso dissonante suono , espresso da note apparentemente scollegate, insieme forma un armonioso accordo nuovo. In Musica, esiste. Note scomposte che si legano irriverenti, apparentemente contro la logica della musica, creando accordi nuovi, note che entrano dentro vibranti, sino a graffiare il cervello, al limite del fastidio. Credo mai come in questa Opera ancora incomprensibilmente incompresa, la pittura è stata così vicino alla musica.(Questo Dipinto, quando sarà riconosciuto ed accreditato , sarà in esposizione a Palermo presso il costituendo Museo 'Federico II e il Medioevo'...) Giulio Torta